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La caduta della Rocca Paolina: la rivincita di Perugia
Simbolo del dominio papale e della sottomissione di Perugia, la Rocca Paolina fu anche teatro di una clamorosa rivincita. In questo articolo ti raccontiamo come la città si è liberata della sua fortezza-prigione, pietra dopo pietra.
5/14/20253 min leggere


La caduta della Rocca Paolina: la rivincita di Perugia
Costruita nel 1543 per dominare Perugia e ricordarle chi deteneva il potere, la Rocca Paolina è stata per oltre tre secoli un simbolo di oppressione. Ma come ogni simbolo imposto dall’alto, prima o poi viene il momento in cui il popolo se ne libera. Ed è proprio quello che è successo nell’Ottocento, quando la città abbatté con le proprie mani la fortezza papale. Quella demolizione non fu solo fisica, ma morale e identitaria.
Un simbolo di potere mal digerito
Fin dall’inizio, la Rocca Paolina non fu mai percepita come un’opera “di Perugia”. Fu un’imposizione del papa, costruita radendo al suolo case, torri, palazzi, chiese e monumenti medievali, appartenenti alle più potenti famiglie perugine, in primis i Baglioni, storici nemici della Chiesa.
Il quartiere di Porta Marzia scomparve completamente: 121 case, 20 torri, 6 chiese, tutto distrutto per lasciare spazio alla nuova fortificazione. Perugia perse così un pezzo vivo della sua identità, cancellato sotto un’architettura che ricordava ogni giorno il fallimento della ribellione del 1540.
Un lento declino: il vento del cambiamento
Nel corso dei secoli, la Rocca perse gradualmente la sua funzione militare. Con l’Unità d’Italia alle porte, anche il potere temporale della Chiesa cominciava a scricchiolare, e l’odio per quel simbolo si riaccese con forza tra i cittadini.
Nel 1859, con la fine del dominio pontificio sempre più vicina, iniziarono i primi segni concreti di cambiamento. E il momento tanto atteso arrivò l’anno successivo.
1860: la liberazione e l’inizio della demolizione
Il 14 settembre 1860, i soldati piemontesi entrano a Perugia. È l’inizio della fine per la Rocca Paolina.
Appena i cittadini capiscono che l’autorità papale è finita, si scatena la furia collettiva: le mura vengono prese d’assalto, la statua di Paolo III viene abbattuta e i primi blocchi di pietra della Rocca vengono smantellati a mani nude, tra canti, urla e lacrime.
La popolazione, assetata di rivalsa dopo secoli di oppressione, non vuole solo distruggere la struttura: vuole eliminarne ogni traccia visibile, riportare alla luce ciò che era stato sepolto. Inizia così una demolizione lunga, faticosa, ma sentita come un rito di purificazione.
Un quartiere mai più ricostruito
Nonostante i desideri di alcuni cittadini più nostalgici, il borgo medievale originario non verrà mai ricostruito. Al suo posto sorgeranno i Giardini Carducci, con affacci mozzafiato e viali alberati, e alcuni palazzi borghesi dell’Ottocento. Ma i vicoli inglobati nella parte bassa della Rocca – i resti che vediamo oggi – verranno lasciati intatti, come testimoni muti di una storia passata, e trasformati in luogo di passaggio e memoria.
Dalla prigione alla memoria collettiva
Oggi, camminando tra gli ambienti sotterranei della Rocca Paolina, si percepisce ancora l’eco di quella rabbia, ma anche la dignità con cui Perugia ha saputo trasformare un’umiliazione in una lezione di storia vivente.
Il fatto stesso che non tutto sia stato cancellato, ma che alcune parti siano ancora lì, visitabili, racconta quanto la città abbia scelto di non dimenticare, ma piuttosto riappropriarsi della propria storia, anche quella più dolorosa.
Curiosità storiche
La statua abbattuta di Paolo III fu decapitata e mai più ricollocata.
Si dice che alcuni cittadini conservino ancora blocchi di pietra della Rocca nelle loro cantine, come cimeli della “liberazione”.
I Giardini Carducci prendono il nome dal poeta Giosuè Carducci, che celebrò la liberazione di Perugia nei suoi scritti.
Dormire tra storia e libertà
📍 WellStay Perugia Downtown: a due passi dai Giardini Carducci e dalla parte superiore della Rocca, è la base perfetta per immergersi nella storia cittadina.
📍 WellStay Perugia Train Station: comodo per chi vuole iniziare la visita della Rocca dall’ingresso inferiore, risalendo lentamente verso il cuore del centro storico.
Demolire la Rocca Paolina è stato, per i perugini, molto più che distruggere una fortezza: è stato liberare la città, ricostruire la propria identità e dare voce a secoli di resistenza silenziosa.
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